La battaglia dei sinti di Gallarate.
La storia della comunità sinti di Gallarate è una di quelle storie che va raccontata. Presenti sul territorio da decenni, molte famiglie sinti vivevano ognuna nelle loro roulotte su un’aerea che era stata assegnata dal Comune di Gallarate.
Mai un problema con la polizia, mai un disordine, mai una segnalazione: i minori andavano a scuola, i genitori lavoravano, sono tutti ex giostrai, i vecchi invecchiavano in pace con la comunità e senza mai dare disturbo.
Un giorno però, il sindaco leghista di Gallarate, appena eletto, si presenta con forze dell’ordine e giornalisti e ordina lo sgombero. Siamo a ridosso del Natale 2018. Nasce una trattativa, la comunità accetta di andare in hotel fino all’assegnazione delle case. Ma, il 31 dicembre, la sera di capodanno, arriva la polizia e ordina lo sgombero anche dall’hotel. Si ritrovano tutti in strada. Alcuni trovano una sistemazione in qualche casa, altri si spostano in altri campi, atre famiglie decidono di restare nei dintorni. Arriva un nuovo ordine di sgombero Ma questa volta non si muovono. Impugnano l’atto, ottengono la sospensiva. Poi otterranno l’allaccio dell’acqua e della luce. Ma il terreno è demaniale e il TAR deve declinare la propria competenza. Nel frattempo il sindaco della Lega li chiama “ladri” sui giornali: secondo lui avevano prelevato l’acqua per bere e per lavarsi senza autorizzazione e senza pagare. Viene citato in giudizio per diffamazione e la causa è ancora in corso. Oggi quella comunità lotta ancora per il riconoscimento del proprio diritto ad uno spazio attrezzato, il diritto alla casa, alla famiglia, alla vita di relazione, al rispetto del proprio onore.
Loro non vogliono vivere alle spalle di nessuno. Lavorano, mandano i figli a scuola, rispettano le leggi, sono incensurati. Vogliono pagare i servizi che ricevono, vogliono essere riconosciuti, voglio continuare a vivere dove hanno sempre vissuto senza mai dare fastidio. Non vogliono “rubare” la casa a nessuno, vogliono solo restare nella propria casa.
Per andare avanti e resistere hanno bisogno di fondi. Per contrastare la forza di un Comune servono avvocati esperti della materia, devono sempre essere pronti ad impugnare gli atti che ricevono e che ritengono ingiusti. Hanno bisogno del tuo aiuto per poter far valere i propri diritti. Per resistere fino ad oggi hanno impegnato tutto quello che avevano, adesso chiedono l’aiuto delle persone. VisJustice sostiene questa campagna e con il vostro l’aiuto possono farcela.
La storia della comunità sinti di Gallarate è una di quelle storie che va raccontata. Presenti sul territorio da decenni, molte famiglie sinti vivevano ognuna nelle loro roulotte su un’aerea che era stata assegnata dal Comune di Gallarate.
Mai un problema con la polizia, mai un disordine, mai una segnalazione: i minori andavano a scuola, i genitori lavoravano, sono tutti ex giostrai, i vecchi invecchiavano in pace con la comunità e senza mai dare disturbo.
Un giorno però, il sindaco leghista di Gallarate, appena eletto, si presenta con forze dell’ordine e giornalisti e ordina lo sgombero. Siamo a ridosso del Natale 2018. Nasce una trattativa, la comunità accetta di andare in hotel fino all’assegnazione delle case. Ma, il 31 dicembre, la sera di capodanno, arriva la polizia e ordina lo sgombero anche dall’hotel. Si ritrovano tutti in strada. Alcuni trovano una sistemazione in qualche casa, altri si spostano in altri campi, atre famiglie decidono di restare nei dintorni. Arriva un nuovo ordine di sgombero Ma questa volta non si muovono. Impugnano l’atto, ottengono la sospensiva. Poi otterranno l’allaccio dell’acqua e della luce. Ma il terreno è demaniale e il TAR deve declinare la propria competenza. Nel frattempo il sindaco della Lega li chiama “ladri” sui giornali: secondo lui avevano prelevato l’acqua per bere e per lavarsi senza autorizzazione e senza pagare. Viene citato in giudizio per diffamazione e la causa è ancora in corso. Oggi quella comunità lotta ancora per il riconoscimento del proprio diritto ad uno spazio attrezzato, il diritto alla casa, alla famiglia, alla vita di relazione, al rispetto del proprio onore.
Loro non vogliono vivere alle spalle di nessuno. Lavorano, mandano i figli a scuola, rispettano le leggi, sono incensurati. Vogliono pagare i servizi che ricevono, vogliono essere riconosciuti, voglio continuare a vivere dove hanno sempre vissuto senza mai dare fastidio. Non vogliono “rubare” la casa a nessuno, vogliono solo restare nella propria casa.
Per andare avanti e resistere hanno bisogno di fondi. Per contrastare la forza di un Comune servono avvocati esperti della materia, devono sempre essere pronti ad impugnare gli atti che ricevono e che ritengono ingiusti. Hanno bisogno del tuo aiuto per poter far valere i propri diritti. Per resistere fino ad oggi hanno impegnato tutto quello che avevano, adesso chiedono l’aiuto delle persone. VisJustice sostiene questa campagna e con il vostro l’aiuto possono farcela.